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Sito non ufficiale dell'apparizione della Vergine della Rivelazione alla grotta delle Tre Fontane a Roma

NELLA GIOIA INFINITA DI UN DIO CHE CI AMA - Intervista a don Giovanni D'Ercole

Don Giovanni D'Ercole della Congregazione di Don Orione, il quale da molti anni lavora al servizio della Santa Sede, ha ricordato per noi, nella seguente intervista, le ragioni profonde che lo legano alla Grotta dell'Apparizione della Vergine della Rivelazione, oggi intitolata a S. Maria del Terzo Millennio, e la qualità spirituale dell'amicizia intercorsa tra lui e Bruno Cornacchiola.

Don Giovanni, cosa rappresenta per lei la Grotta delle Tre Fontane e cosa può raccontarci di Cornacchiola?

Devo subito dire che la mia stessa vocazione di sacerdote è in qualche modo legata alla Grotta delle Tre Fontane perché fin da piccolo, da molto piccolo, mia madre mi portava a pregare proprio lì, in quella Grotta, che all'epoca era solo una grotta. E alla vigilia del mio ingresso in Seminario, ancora lì ho affidato alla Madonna il mio sacerdozio. Si può quindi immaginare come io sia legato a quel luogo e alla Madonna della Rivelazione. E anche se la Chiesa non si è ancora pronunciata sull'evento dell'Apparizione, e noi stessi aspettiamo con grande fiducia, obbedienza e umiltà il suo giudizio, io ricorro spesso nei momenti facili e difficili della mia vita alla Vergine che si è rivelata in quel luogo. Quanto a Bruno Cornacchiola, ho avuto modo di conoscerlo, e d'incontrarlo più di una volta, anche perché lui ebbe la gentilezza d'invitarmi a fare gli esercizi spirituali, prima dell'ordinazione diaconale, nella sede della SACRI. E lui stesso insieme a Madre Prisca è stato presente alla mia ordinazione sacerdotale. A loro mi legava perciò un profondo rapporto di amicizia, anche se avevo modo di vederli piuttosto raramente. In Bruno Cornacchiola mi colpiva la sua voglia di difendere Gesù Cristo e di diffonderne il Vangelo. Anche questo per me è stato un buon insegnamento di vita.

Quale parte del Messaggio della Vergine della Rivelazione giudica più importante?

A ricordo del Giubileo, la chiesa è stata intitolata a S. Maria del Terzo Millennio. Ebbene, oltre al fatto che è bellissimo proiettare il messaggio della Madonna nel millennio che ci sta davanti, il suo invito più forte, di cui Bruno Cornacchiola con i suoi pregi e con i suoi limiti è stato l'apostolo indefesso, è lo stesso messaggio che si raccoglie a Fatima, a Lourdes, in un certo modo a Medjugorje e a Civitavecchia. Esso è sempre lo stesso, è l'invito alla conversione e alla consolazione nella speranza.

Don Giovanni, buona parte delle lunghe comunicazioni ricevute da Cornacchiola sono state secretate. Lei ha potuto prendere visione dei segreti?

Non conosco nulla di quanto il Vaticano ha ritenuto di dover mantenere segreto, né d'altra parte ho mai avuto il desiderio di andare a investigare in questo senso. Mi sono accontentato della mia esperienza: quella di aver imparato da bambino ad amare la Madonna in quella Grotta, che per me resta un luogo familiare dove, dopo la morte di mia madre che è avvenuta quando avevo dieci anni, incontro lei e soprattutto la Mamma del Cielo, in cui la mia mamma sulla terra mi aveva abituato ad aver fiducia in ogni circostanza.

Sulle pareti esterne della Grotta ci sono molti ex voto per grazia ricevuta. Lei ha conoscenza diretta di qualche miracolo di guarigione?

Ho sentito parecchie volte parlare di miracoli, di prodigi, di grazie ricevute, ma non ne sono mai stato testimone diretto o, quanto meno, non ho mai conosciuto personalmente nessuno che sia stato al centro di un evento del genere.

Come mai la Chiesa non ha ancora riconosciuto il Luogo come un Santuario a tutti gli effetti?

La Chiesa, quando ci sono questi fenomeni mistici di apparizioni, visioni e altre manifestazioni, ha sempre adottato e continua ad adottare una misura che a me sembra di estrema prudenza e saggezza. La Chiesa distingue sempre quello che è il fenomeno mistico, per esempio, in questo caso, l'Apparizione con i suoi messaggi, che essa analizza e studia per giungere a una definizione, a un giudizio finale, e quello che è l'aspetto pastorale, spirituale. Il Luogo di cui parliamo, per sua natura (prima forse per la curiosità della gente ma poi anche per grazia, la grazia di Dio che interviene) diventa sempre di più un luogo d'incontro. La gente ci va, la gente prega, e per questo è importante educarla, accompagnarla nel cammino spirituale. È così che nascono i Santuari. La maggior parte dei Santuari mariani nel mondo sono sorti in seguito ad Apparizioni della Madonna sulle quali la Chiesa non ha dichiarato nulla di ufficiale. Ma sono state erette ugualmente le chiese, come luoghi d'incontro, come fiaccole nel deserto, come fiaccole nel mondo intero, fiaccole d'amore alla Madonna e di costante rinnovamento spirituale. Ma la gente in genere si preoccupa più della ricerca del sensazionale, che di cogliere il messaggio che scaturisce dall'incontro con Dio, comunque esso si manifesti, e dall'incontro con Maria, comunque la Madonna si renda presente, e questo messaggio è sempre un invito a cambiare vita, a seguire il Vangelo, a seguire Gesi Cristo. Al contrario, la ricerca ad ogni costo dei segni soprannaturali rischia di fare della nostra fede qualcosa di magico. Solo l'incontro personale, profondo con Gesù Cristo, con Maria, con i Santi, è quel cambiamento della nostra esistenza che andando oltre gli interessi materiali di questo mondo ci proietta nella gioia infinita di un Dio che ci ama.

Tratto dal libro La vita di Bruno Cornacchiola di Anna Maria Turi ed. Segno