[ Pagina principale ] [ Bruno Cornacchiola ]
Sito non ufficiale dell'apparizione della Vergine della Rivelazione alla grotta delle Tre Fontane a Roma

Bruno Cornacchiola: la perdita della voce

Nel 1960 mi trovavo ad Assisi, ospite di un convento di suore tedesche. Alcuni sacerdoti che, col permesso del vescovo, si accingevano a compiere il rito dell’esorcismo nei confronti di una ragazza, venendo a sapere della mia presenza vollero che vi presenziassi. Nel momento in cui fu pronunciata la formula, la ragazza cominciò a saltare e a divincolarsi in maniera impressionante. Io allora gridai: ‘Nel nome di Maria, non ti muovere! Non ti muovere!’ A quest’ordine mi sentii dire: ‘Bada a te, perché io ti toglierò quello che per te è più prezioso!’.

Nel 1961, mentre stavo parlando in pubblico, mi ritrovai senza voce. Pensai immediatamente: ‘Ecco che la minaccia si sta realizzando’. La voce, infatti, era, un tempo, la cosa a cui tenevo di più. Da giovane, cantavo, ero un tenore ed ero orgogliosissimo della mia voce. Oltre a cantare, ero un oratore che amava molto esibirsi in pubblico per dar prova della potenza della propria voce. A Rimini, nel 1956, dove mi ero recato per una di quelle predicazioni che ho sempre chiamato ‘confessioni pubbliche’, mentre erano riunite 40.000 persone all’improvviso gli altoparlanti non funzionarono più. Ma, con uno sforzo sovrumano, feci in modo che tutti mi udissero perché adesso usavo il mio dono per parlare della Vergine.

Ma Satana era in agguato. Nel 1961 divenni, come ho detto, afono. In seguito, pian piano, sono riuscito ad emettere un filo di voce, ma una corda vocale era ormai paralizzata. È da allora che parlo in questo modo. Se parlo per un’ora, è come se avessi parlato per sei ore. Ingoio aria che con la saliva va nello stomaco. Ogni tanto devo mettere il dito sulla gola e fare degli esercizi per poter continuare a parlare, scaricando il catarro che si forma in gola. Se lo ingoiassi in maniera sbagliata, mi andrebbe di traverso e mi soffocherebbe. Io non posso mangiare assieme agli altri. Perché se qualcuno mi facesse una domanda mentre bevo, l’acqua potrebbe andarmi di traverso e soffocarmi. Perciò mangio in camera mia, da solo, a mezzogiorno e la sera. Così tutti i giorni. Se stessi con gli altri, costoro quando si riuniscono in refettorio dovrebbero stare zitti. E ancora: io non posso bere come tutti gli altri, che prendono il bicchiere, mettono il liquido in bocca, e lo mandano giù. Io devo tenere il liquido ben fermo nel bicchiere, quindi bere un po’ d’acqua e fare come se mi lavassi i denti, poi bere piano piano. Ora, tutto questo è opera del demonio, questi sono i suoi scherzi. Ma io offro tutto a Maria, e faccio la volontà di Dio. Se esistesse una anche minima compromissione tra me e il demonio, non potrei parlare di offerta e di sacrificio. In tal caso, tutto sarebbe perduto, non solo il piccolo bene della voce di cui andavo orgoglioso, ma l’anima mia”.

Fonte: La vita di Bruno Cornacchiola di Anna Maria Turi ed. Segno