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Sito non ufficiale dell'apparizione della Vergine della Rivelazione alla grotta delle Tre Fontane a Roma

COMMENTO DI BRUNO CORNACCHIOLA SUI PRESUNTI SEGNI NEL E DEL SOLE

Salvatore Nofri nel 1980 nel suo opuscolo sui “segni nel sole”, riporta questo coimmento di Bruno Cornacchiola, ripreso in seguito anche nel Bollettino della Grotta nel 1984, come parte di un articolo dello stesso Cornacchiola.


I vari segni, che molti dicono di aver visto nel sole, altro non sono che richiami misteriosi, volti a rafforzare e stimolare la fede, la speranza e la carità. Che significato può avere il segno di una croce se non quello di accettare di buon animo la croce della sofferenza, del sacrificio, della malattia, che, col permesso di Dio, ci viene posta sopra le spalle perché diventi sacrificio spirituale gradito a Dio?
Che significato può avere il segno di una “emme” se non quello di richiamarci ad un amore più filiale verso la nostra cara Madre celeste, la cui devozione autentica si realizza e si esprime con l’imitarne la virtù? Che significato può avere il segno di un’ostia se non quello di accostarsi a Gesù Eucarestia, mondi da ogni colpa (confessione sacramentale) e con le dovute disposizioni d’animo?
Se si fosse trattato di una suggestione collettiva, tutti avrebbero visto le stesso segno immaginario, non reale, trasmesso per “simpatia”, secondo le arcane leggi della telepatia. In realtà nel sole non vi era alcun segno e il sole stesso, rendendosi a tratti visibile ad occhio nudo, costituiva il nesso sensibile attraverso il quale scorgevamo in noi stessi il segno col quale la misericordia divina ci chiamava ad una condotta di vita più generosa, più fervente, più coerente.
Perciò l’aver visto un segno nel sole non è indice di predilezione, di santità o di altre presunte gratificazioni, ma semplicemente un richiamo alla nostra coscienza per il nostro bene.
Sotto questo profilo possiamo ben dire che la Vergine, mediante il prodigio del sole, ha elargito, secondo la promessa, tante grazie di ordine spirituale, perché non c’è grazia più grande che aver piena coscienza di quanto ci manca per vivere con più coerenza la nostra vita cristiana.
Concludiamo dicendo che la fede — germe di vita divina infusa in ciascuno di noi — trova il suo alimento, il suo sostegno, nella meditazione della Parola di Dio.
Che avvengano certi fenomeni o non avvengano, ha poca rilevanza. L’importante è vivere di fede. Se però il Signore e la Vergine vogliono, attraverso certi prodigi, richiamare la nostra attenzione, vuoi dire che anche di questo abbiamo bisogno.
Per che cosa? Loro lo sanno e ciascuno di noi può scoprirlo neil’intimo della propria coscienza”.